pronome personale maschile di terza persona singolare [femminile lei; plurale loro] forma complementare tonica di egli, si riferisce a persona e talora, nell'uso letteralmente o familiare, anche ad animale o a cosa; prescritto nel complurale ogg. e nel complurale di termine quando si vuol dare loro particolare rilievo (in luogo rispettivamente di lo e gli) e sempre nei complurale indiretti, nella lingua parlata e poi anche in quella scritta il suo uso si è esteso alla funzione di soggetto, fino a soppiantare in gran parte egli : ho incontrato proprio lui; consegnalo a lui personalmente; ho lavorato con lui per anni; ho molta fiducia in lui; lui non potrà venire; il padre di lui, la figlia di lui, suo padre, sua figlia (specialmente quando l'uso di suo, sua potrebbe generare ambiguità nell'uso burocr. anche il di lui padre, la di lui figlia) | l'uso di lui come sogg. al posto di egli è comunque obbligatorio quando si vuol dare particolare rilievo al pronome: è lui che me l'ha detto; nelle esclamazioni: beato lui!; quando vi sia opposizione tra due soggetti: io studiavo, lui leggeva; quando sia preceduto da tanto, quanto, come, più, anche, neppure, nemmeno, pure etc. : ne so quanto lui; la penso esattamente come lui; anche lui è stato in america; neppure lui ha studiato il tedesco; come predicato dopo i verbi essere, parere, sembrare, diventare etc. : io non sono lui; non sembra più lui; quando è sogg. di una proposizione con il verbo all'infinito, al participio o al gerundio: lui rinunciare al suo lavoro?; facendolo lui, si può star tranquilli; partito lui, tutto cambiò; quando sia taciuto il verbo: lui così giovane? | in funzione di singolare maschile
- (non comunemente) indica l'interiorità, l'essenza della persona: quel nuovo "lui" che... sorgeva come a giudicare l'antico (manzoni p. s. xxi)
- (familiare) il fidanzato, l'innamorato: è uscita con il suo lui.
luì singolare maschile piccolo uccello insettivoro, lungo poco più di
- 0 cm, comune nelle regioni mediterranee; si nutre di afidi (ordinale passeriformi).